6) - Nebbia Bivouac, Lake, Mont Valaisan (3.307m), Pic Garin (3.451m): Climbing by various routes, better Norhwest Crest and North Edge (
A/F+/PD-; 3h'15/3h'45).
A bit of Toponimy towards Arpisson & Tsa Setze
But what does Arpisson? It sounds simple because the radical Arp is easy to assimilate at Arps, Alps, Alpage, Alpen and so on and so forth. And that suffix "Isson"? Attributable to something larger or which is located in the highest part, type Damon or di Sopra (Upper). From here are the derivations Arpy, Arsy, Ars, Arnouva or Arp Nouva, Lardamon or Arp Damon and Lardamoun ie The Arp Damont. So Arpisson wants to mean a large vallon above. But all the valleys we have above them something and then something does not. Regardless that the Alps are differentiated Le Tramouail, Tramail or Trémail and Tremaille for the intermediate pasture, while the highest, that is the last, is called the La Tsa the word Arpisson may have a different origin and farther then that has been adapted to as I said above. The good Umberto Pelazza in his book "Who knows why they call it so as a walk in the vocabulary of the mountains of Aosta Valley", published by the C.A.I. Aosta in 2011, that the name comes at the root ALP ie "high pasture", this as a result of a migration of peoples Uralo-Altaitici of 3000 BC. In Hungary-Ugric linguistic family anoint this population, coming from Central Asia via Turkey and the Balkans to the North beyond the Engadine Alps and enters in the territories of the Ligurian; these emigrated in France and in Spain (specifically in the Basque Country). It all seems resolved but it is not so, because on page 109, about the Mont Ormelune, speaks of the root OR as a variant of Ar, Arp who along with MEL, ie elevation, then gave "the pasture of the rocks". This mountain is also called Archeboc but could also told Artsabouc scilicet Ar, Tsa and Bouc tying together three words in Alpine style. Others indicate Artse or wooded area but also from Latin Arcta, viz an area with narrow and difficult passage. But still on page 58 Arpisson is connected to Pissevache and Pisonet where to peson, pison and pisonet indicates a stream with small waterfalls see Sorapiss in the Dolomites. The story is not over yet because the Cima d'Entrelor come into play OR and AUR, French variations of Ar and Arp as the underlying Orvieille which was originally Arvieille. In fact, even in the Vallon of Planavalle Pennine Alps we find a Tramail des Ors, while in the adjoining Vertosan just after Col Felita or Fetita (from "feyes" ie sheep) are the Or dei Frà or the Pasture of the Friars. Finally for to conclude, with regard to the Colle dell'Arietta is not a hill quite breezy but Ayette ie small alp between the Valleys of Cogne and Val Soana, while the name Laures (Vallon, Lakes, Hill Punta, Mont) we have the radical Aur as variable of Ar, Arp. This little discussion choose what you like, so you can not please everyone ...
Ma cosa significa Arpisson? Sembra semplice poiché il radicale Arp é facile assimilarlo ad Alpe, Alpeggio, Alpage, Alpen e chi più ne ha più ne metta. E quel suffisso "isson"? Da ricondurre a qualcosa di più grande o che si trova nella parte più elevata, tipo Damon ovvero di Sopra. Da qui abbiamo le derivzioni di Arpy, Arsy, Ars, Arnouva o Arp Nouva, Lardamon o l'Arp Damon e Lardamoun cioé L'Arp Damont. Quindi Arpisson vuole significare un grande vallone soprastante. Ma tutti i valloni sono soprastanti a qualcosa ed allora qualcosa non torna. A prescindere che le Alpi vengono differenziate in Le Tramouail, Tramail o Trémail e Tremaille per quelle posizionate in un settore di pascolo intermedio, mentre quella più elevata, cioé l'ultima, vien chiamata La Tsa, la parola Arpisson potrebbe avere un'origine diversa e più lontana che successivamente é stata adattata a quanto detto sopra. Il bravo Umberto Pelazza nel suo libro "Chissà perché si chiama così a spasso nel vocabolario dei monti valdostani", edito dal C.A.I. di Aosta nel 2011, riconduce il toponimo alla radice ALP cioè "alto pascolo", questo a seguito di una migrazione di popoli Uralo-Altaitici del 3000 avanti Cristo. Di ceppo linguistico ungaro-finnico questa popolazione, arrivando dall'Asia Centrale attraverso la Turchia ed i Balcani, oltrepassa a Settentrione le Alpi Retiche ed entra nei territori dei Liguri; da questi emigra in Francia ed in Spagna (precisamente nei Paesi Baschi). Sembra tutto risolto ma non é così, perché a pagina 109, a proposito del Mont Ormelune, parla della radice OR come variante di Ar, Arp che insieme a MEL, cioè elevazione, davano quindi "l'Alpeggio delle rocce". Questo monte é chiamato anche Archeboc ma potrebbe anche detto Artsabouc cioè Ar, Tsa e Bouc legando insieme tre vocaboli prettamente di stile alpino. Altri invece indicano in Artse ovvero zona boschiva, ma anche dalla derivazione latina di Arcta, cioé una zona dal passaggio stretto nonché alquanto difficoltoso. Ma ancora a pagina 58 Arpisson viene collegato a Pissevache e Pisonet dove per peson, pison e pisonet s'indica un corso d'acqua con piccole cascate: vedi il Sorapiss in Dolomiti. La storia non é ancora finita perché per la Cima di Entrelor entrano in gioco OR e AUR, varianti francesi di Ar ed Arp come nella sottostante Orvieille che in origine era Arvieille. In effetti anche nel Vallone di Planavalle nelle Alpi Pennine riscontriamo un Tramail des Ors, mentre in quello adiacente di Vertosan subito dopo il Col Felita o Fetita (da "feyes" cioé pecore) troviamo l'Or dei Frà ovvero l'Alpe dei Frati. Infine e per concludere, per quanto concerne il Colle dell'Arietta non si tratta di un passo alquanto ventilato bensì Ayette ossia piccola alpe tra la Valle di Cogne e la Val Soana, mentre per il toponimo Laures (Vallone, tre Laghi, Colle, Mont e Punta) abbiamo il radicale Aur come variabile di Ar ed Arp. Di questa piccola disamina scegliete ciò che preferite ...
How many ways are there to go from the wide Pila Basin to Cogne Resort and vice versa? About seven. These are the routes that connect these two places through the Valley of Dora Baltea with that of Torrent Grand'Eyvia and then to that of "tying" the City of Aosta with Cogne Commune. A journey that is lost in the mists of time and made by various procedures and steps quite diversified, especially given the point of departure or the arrival date. There at that place, over the long ridge from Punta de la Pierre, known by all as "La Pera" (2.653m), at the West and above Ozein of Aymavilles reachs Col Tsa Setze or Chaz Sèche (2.815m), there is the Valley Cogne and the Gran Paradiso. In ancient times it was the "Iseran", namely the large area of mountains that were heading for the valleys of Orco and Isère. Then the watershed gets up to one "Spallone" (Great Shoulder) reaching the Tip of Valletta (3.007m, 3.090m), the culmination of this tiny subgroup that ends at Colle Garin, once called "Bassa di Garin" (Low Garin, always 2.815m) before heading to the Group of Mount Emilius. I never knew, despite the researchs done, nothing more than about the name Garin, while Tsa Setze means alp very high, perhaps the last and certainly lack of waters, ie dry. Most likely in the old days, when it was also exploited the last blade of grass, there had to be on the Northern Slope over the Plan de l'Eyve or Eyvie (more water into the tableland) or on the Southern or Arpisson the last pastures, real outposts before reaching the Col Tsa Sétze. In fact, while on the side of Pila Basin are still a trace of the rushing water from under the hill that joins the tiny emissary from a pond (2.525m) at the Western foot of Mont Belleface Punta Valletta (2.970m, 3.090m) forming the Torrent de Plan de l'Eyvie, on the opposite side of Cogne we find nothing. Only two gutters or Torrent de Chasèche and parallel Torrent de Piscicail run through, but from under the Tip Tsavanis and above Epinel, this South side; then to track the water must go down in the center of the more large Vallon of Arpisson, where, at the Plan Bessey, the junction 2.525 meters for Col Garin find a spring gushing from a rock. Or down at the Torrent Arpisson nearby homonymous pasture. Here reappears the name Tsa Sètze becoming Chasèche, which then determines that of the hill above the apex of this small and desolate valley.
Quanti modi ci sono per andare da Pila a Cogne e viceversa? Sono all'incirca sette. Questi sono gli itinerari che collegano queste due località passando dalla Valle della Dora Baltea a quella della Grand'Eyvia e quindi "legando" la Città di Aosta al Comprensorio di Cogne. Un viaggio che si perde nella notte dei tempi e compiuto tramite diverse modalità e passaggi alquanto diversificati, soprattutto in considerazione del punto di partenza o di quello di arrivo. Là, oltre quella lunga cresta che dalla Punta de la Pierre, conosciuta da tutti come "La Pera" (2.653m), all'estremità Occidentale e sopra il Villaggetto d'Ozein di Aymavilles raggiunge il Colle Tsa Sètze o Chaz Sèche (2.815 m), esistono la Valle di Cogne ed il Gran Paradiso. Nei tempi antichi miticamente era considerato il lontano "Iseran", ovvero quella grande area di montagne che declinavano verso le Valli dell'Orco e d'Isère in Francia. Poi lo spartiacque si rialza ad uno Spallone raggiungendo la Punta della Valletta (3.007 m, 3.090 m), il culmine di questo minuscolo sottogruppo che si conclude al Colle Garin, una volta chiamata "Bassa di Garin" (sempre 2.815 m) prima di dirigersi verso il Gruppo dell'Emilius. Non ho mai saputo, nonostante le ricerche effettuate, nulla di più del toponimo Garin, mentre Tsa Sètze stà a significare un'alpe molto alta e forse l'ultima e certamente scarsa e povera in acque, cioé piuttosto secca e forse pur arida. Molto probabilmente nei tempi andati, quando veniva sfruttato sin l'ultimo fil d'erba, dovevano esistere sia sul Versante Settentrionale sopra il Plan de l'Eyve od Eyvie (sempre dell'acqua) oppure sul Meridionale o d'Arpisson degli ultimi alpeggi, veri avamposti prima di raggiungere il Col Tsa Sètze. In effetti mentre sul lato Pila troviamo ancora una traccia dello scorrer dell'acque da sotto il colle che si unisce al minuscolo emissario proveniente da uno stagno (2.525 m) alle pendici Occidentali di Mont Bellefaçe e Punta Valletta (2.970 m, 3.090 m) formando il Torrent de Plan de l'Eyvie, su quello opposto o di Cogne non troviamo nulla. Solo due rigagnoli o Torrent de Chaseche e Torrent de Piscicail percorrono, ma da sotto la Punta Tsavanis e sopra Epinel, questo versante Meridionale; quindi per rintracciare l'acqua bisogna scendere nel centro del Vallone d'Arpisson, dove, presso il Plan Bessey, al bivio pel Col Garin ritroviamo una sorgente sgorgante da un masso (2.525m). Oppure scendendo al Torrent di Arpisson nelle vicinanze dell'omonima alpe. E qui riappare il toponimo Tsa Sètze trasformato in Chaseche, che poi determina quello del soprastante colle all'apice di questo valloncello desolato.
And for the inhabitants of Cogne? Much the same thing. But that ridge forced their to a long tour Aymavilles to gain access to the Dora Valley and Augusta. Where he spent the ancient "Via delle Alpi" connecting Amsterdam to Venices and bypassing the Colli dell'Arietta, Scaletta (Small Ladder) and Acque Rosse with a large business that tied all of Europe down through the entire Valley of Cogne reaching Aymavilles and Villeneuve and then cross the Gran San Bernardo, after scoring four in the European Fairs in Thora or Thouraz, destroyed by a huge landslide at dawn on 6 July 1564. Moreover with half on "Salassian Route" towards Gignod and then with the Via Francigena passing through Gignod, Etroubles, St. Oyen and St. Rhémy always towards the Great in the directive that linked Canterbury to Rome. So the "Cogneins" were accustomed to these transits linking the ancient Conia also with transporting ore by the Romans to the Piedmont and the passage of all these "intruders" towards the Valley of the Dora Baltea. But when they decided to go to St. Marcel, Brissogne, Charvensod, Gressan and Jovençan the speech was different; preferred, the most experienced and knowledgeable of the area, climb the ridges passing in high hills. By that of St. Marcel in the East than the Drink to the West; so for the Pila Basin, which then existed only with ups and seeds isolated pastures. In fact we not find passing notes until 1870, when Monsieur P.-L. Guignard in "Echo des Alpes" in 1877 with the title "Corespondance", pages 71/2 said that to travel from Aosta to Cogne it is passed from a hill at the Tip of the Valletta (3.090m). A report so chaotic that demonstrates how confused, but did not find guides and information on the spot, as the route between the two major centers was not as widely known by everyone. The unusual move from Charvensod Hamlet towards Cogne Common was through "un col 9,000 pieds, dont je ne pus savoir le nom et gravis la cime la plus rapprochée qui, d'après le barométre accusait 9,900 p. environ ...". Surely the Hill of the Valletta (3.000 meters), with a choice of itinerary so reckless as tiring ignoring neighbors Hills "Bassa de Garin" Tsa Sètze (both 2.815m) but for him misleading, since the first addressed by Arbolle Eastward and according by Chamolé toward South-southwest. But the ideas were very clear to the villagers, who passed for the same always, also with the their cattle. A serie of transits usual to cross by one valley to another, moving the same or simply to get to a TSA or a hill to graze the herd.
E per gli abitanti di Cogne? Più o men lo stesso. Quella cresta costringeva ad un lungo giro fino ad Aymavilles per poter accedere alla Valle della Dora ed Augusta. Dove passava l'antica "Via delle Alpi" collegando Amsterdam alle Venezie e scavalcando i Colli dell'Arietta, Scaletta ed Acque Rosse con un grande commercio che legava tutta l'Europa scendendo l'intera Valle di Cogne sino ad Aymavilles e Villeneuve per poi attraversare il Gran San Bernardo, dopo aver realizzato quattro Fiere Europee a Thora o Thouraz, distrutta da enorme frana all'alba del 6 Luglio 1564. Oppure per metà sulla Via dei Salassi fino a Gignod e quindi con quella Francigena transitando per Gignod, Etroubles, St. Oyen e St. Rhémy in direzione sempre del Grande nella direttiva che univa Canterbury a Roma. Quindi i "Cogneins" erano abituati a questi transiti che collegavano anche Conia col trasporto del minerale da parte dei Romani verso il Piemonte ed al passaggio di tutti questi "intrusi" verso la Valle della Dora Baltea. Ma quando decidevano di andare a St. Marcel, Brissogne, Charvensod, Gressan e Jovençan il discorso era ben diverso; preferivano, valligiani i più esperti e conoscitori del territorio, scavalcare le creste passando in alto sui colli. Da quello di St. Marcel ad Oriente a quello del Drink a Ponente; così anche per Conca di Pila, che allora non esisteva se non con alti e semi isolati alpeggi. Infatti non troviamo note di passaggio fino al 1870, quando Monsieur P.-L. Guignard in "Echo des Alpes" 1877 col titolo "Corespondance", pagine 71/2 narra che per recarsi da Aosta a Cogne sia transitato da un colle presso la Punta della Valletta (3.090 m). Una relazione tanto caotica quanto confusa che dimostra, non avendo trovato guide ed informazioni in loco, come l'itinerario tra i due importanti centri non fosse così diffusamente da tutti conosciuto. L'inusuale passaggio da Charvensod a Cogne avveniva tramite: "un col 9,000 pieds, dont je ne pus savoir le nom et gravis la cime la plus rapprochée qui, d'après le barométre accusait 9,900 p. environ ...". Sicuramente il Colle della Valletta (3.000 metri circa), con scelta d'itinerario tanto scriteriata quanto faticosa ignorando i vicini Colli di Garin e di Tsa Sètze (entrambi 2.815 m) ma per lui ingannevoli, poiché il primo rivolto da Arbolle ad Est ed il secondo da Chamolé a Sud-sudovest. Ma le idee erano ben chiare ai valligiani, che passavano per i medesimi da sempre, anche col loro bestiame. Transito usuale per traversare da una valle all'altra spostando il medesimo o più semplicemente per arrivare ad una TSA od a un colle per pascolarne la mandria.
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